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Diritti
LA LIBERTA’ FEMMINILE ALL’ORIGINE DELLA VITA
Il 14 gennaio saremo in piazza perché:
1) C’è un evidente e insidioso attacco alla 194, una legge che
funziona, autorizzando l’aborto senza favorirlo, proteggendo la salute
delle donne e diminuendo drasticamente il numero delle interruzioni di
gravidanza.
L’indagine voluta dal ministro Storace, le proposte di guardiani della
morale e di dissuasori nei consultori, i ripetuti violenti attacchi
delle gerarchie ecclesiastiche all’autodeterminazione-oltre a
penalizzare la professionalità degli operatori-rappresentano
un’intimidazione nei confronti delle donne, soprattutto delle
giovanissime e delle straniere. |
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Patto civile di solidarietà e matromonio 3 dicembre, Milano |
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PACS Patto civile di solidarietà
26 novembre, Modena |
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Matrimonio, il 35% dei gay dice "sì", il 18% vuole i Pacs Inchiesta di Gay.it. Prodi: "Giusto regolare le convivenze" |
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Legge 40, come continuare la sfida dopo la sconfitta del referendum |
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A colloquio con Monica Mazzitelli, coordinatrice del gruppo nato dall'esperienza del collettivo Wu Ming, che valuta tutto il materiale letterario che arriva in rete. Finora sono stati pubblicati tre romanzi, con tanto di contratto per l'autore Leggere tanto, leggere tutti: la battaglia dei "15" per il copyleft |
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Un server del desiderio Il progetto Ippolita Un forum di discussione, una collana editoriale, la condivisione di programmi informatici in nome della critica al software proprietario |
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La clonazione terapeutica potrebbe aprire il mercato degli ovuli di Antonio Gorrini - Tempo Medico n. 796 - 16 giugno 2005
Quasi duecento ovociti prelevati da 18 giovani donne fertili sono stati utilizzati da Woo Suk Hwang per produrre le prime cellule staminali embrionali derivate da pazienti. Lo studio coreano, pubblicato con grande clamore su Science le scorse settimane, dimostra la possibilità dell'uso terapeutico del trasferimento di nucleo, ma pone anche la questione di possibili speculazioni commerciali nell'uso di cellule uovo. |
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... dei centri di fecondazione assistita Chiarissimo Signor Presidente della Repubblica,
Noi sottoscritti Medici e Biologi della Riproduzione, sentiamo il bisogno di scriverLe e di chiederLe aiuto; non soltanto perché nostro Presidente, ma anche perché in Lei riconosciamo la figura super partes di Garante della legalità democratica e istituzionale. |
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... una riflessione su chi ha vinto i referendum sulla PMA Unione Donne Italiane - un'amara riflessione sull'esito referendario e sulle sue possibile conseguenze.
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A proposito dell'articolo di Lea Melandri e l'insuccesso dei quesiti referendari Da Liberazione, 22 giugno 2005 |
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Il movimento femminista degli anni '70 non c'è più? E' evidente: siamo nel 2005! Da Liberazione, 22 giugno 2006 |
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Non basta più l'invettiva contro le gerarchie ecclesiastiche Da Liberazione, 16 giugno 2005 |
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Presentato a Roma dal cardinal Ruini e dal presidente del senato Marcello Pera, il libro di Joseph Ratzinger «L'Europa di Benedetto». Una sfida ai laici e un attacco esplicito alla 194 Da Il Manifesto, 22 giugno 2005 |
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La prima ricerca a campione sull'astensionismo al referendum del 12 e 13 giugno ANDREA FABOZZI Da Il Manifesto, 22 giugno 2005 |
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PMA/1 (Roma) “Non solo referendum” è il titolo del documento che invitava ad incontrarsi per mettere in comune pratiche e discorsi sui temi relativi ai referendum del 12 e 13 giugno. Mentre in tutta Italia si moltiplicano le iniziative per favorire un voto consapevole, l’appuntamento di sabato 21 maggio alla Casa Internazionale delle Donne di Roma ha l’obiettivo di offrire le basi per un percorso di lungo periodo, di cui il momento referendario sarà solo una tappa. In questo documento, Luisa Boccia e Grazia Zuffa scrivevano del “bisogno di ritrovare un ordine del discorso che ricomponga la frantumazione dei processi riproduttivi indotta dalle tecnologie, che dia un senso al materiale biologico separato dai corpi viventi”, della necessità di capire che cosa fare degli embrioni prodotti in provetta, della loro tutela, dei limiti da porre alla ricerca. |
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Pare un fatto talmente ovvio che si nasca dal corpo di una donna. Eppure non lo è se pensiamo che su questo “grado zero” della procreazione sono tracciate le coordinate in base a cui la nostra società modella femminilità e maschilità. Intervento di Eleonora Cirant, dell'Unione Femminile Nazionale e autrice di un libro sul tema di prossima uscita, nell'incontro organizzato dall'associazione "Le Rosse di Eva" ad Assago (8 aprile 2005)
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Aspetti giuridici - Il Diritto delle DonneDal punto di vista del diritto, in tema di "procreazione", dobbiamo parlare degli istituti familiari, giuridicamente intesi: nel diritto di famiglia troviamo, infatti, le regole che disciplinano l'esigenza primaria dell'essere umano della sessualità, della riproduzione della specie - filiazione, dell'educazione e dell¹allevamento della prole. Intervento di Giovanna Chiara,
Avvocato, nell'incontro organizzato dall'associazione "Le Rosse di Eva" ad Assago (8 aprile 2005)
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La fecondazione eterologa è l’unico rimedio possibile in caso di infertilità totale. Proibendola, la legge impedisce alle coppie completamente sterili di avere figli, ponendo in essere una discriminazione inaccettabile. Gli esclusi sarebbero, ad esempio, persone che a seguito di interventi chirurgici o trattamenti antitumorali sono diventate sterili, così come i portatori di gravi malattie trasmissibili. La paternità e la maternità, così come la vita, non possono essere ridotte a un dato meramente genetico. Secondo la legge italiana lo stato giuridico di padre si acquista con una manifestazione di volontà di chi si riconosce come genitore nei modi previsti dall'art. 254 c.c, e non è necessario dimostrare di essere il genitore biologico. “Nel caso della proibizione della donazione di gameti si è voluto ignorare la pluralità di modelli genitoriali e familiari che la stessa adozione aveva messo in gioco, nel tentativo di legittimare un’unica forma di famiglia tradizionale basata su legami biologici, senza alcuna considerazione riguardo al fatto che il concetto di famiglia va rapidamente cambiando nel vissuto comune e accanto al “legame di sangue” esistono altri legami basati sull’affetto e sull’assunzione di responsabilità. Inoltre riteniamo che nessuno abbia il diritto di giudicare il desiderio di procreare degli altri, distinguendo i desideri di paternità e maternità in buoni e cattivi, altruisti ed egoisti, e soprattutto pare assurdo che questa operazione si possa fare solo sulle coppie che hanno un handicap riproduttivo, che in questo modo si troverebbero a dover provare la loro adeguatezza a esser genitori.” (Claudia Livi e Elisabetta Chelo, “Il divieto di fecondazione eterologa nega la solidarietà e fraintende la famiglia”, Darwin, n. 4 2004) Non esiste alcuna evidenza scientifica della tesi secondo la quale i bambini nati da fecondazione eterologa sarebbero infelici o vittime di disturbi psicologici. Esistono anzi evidenze contrarie. Scegliere di affrontare i costi psicologici, fisici e finaziari della fecondazione eterologa, infatti, rappresenta per la coppia una decisione difficile e ragionata, e richiede uno sforzo di amore e di responsabilità se possibile maggiore di quello già necessario nel momento in cui si decide di mettere al mondo un figlio.
L’unico effetto di questa legge è quello di impedire a migliaia di persone di avere figli, a migliaia di bambini di nascere e di introdurre per legge odiose discriminazioni, non da ultimo la discriminazione tra le coppie che potranno permettersi di andare all’estero per effettuare la fecondazione eterologa, e coppie che non potranno farlo.
A cura di Radicali Italiani - Associazione Luca Coscioni www.4si.it
Articoli collegati
Io non mi astengo
I 4 referendum
4 sì per abrogare la legge
4 sì per la libertà di compiere un atto d'amore
4 sì per la libertà di ricerca scientifica e la di cura di milioni di malati
4 sì contro l'equiparazione tra concepito e persona
4 sì anticlericali per la libertà religiosa
4 sì per restituire al medico la libertà terapeutica
4 sì per consentire la diagnosi preimpianto
4 sì per la fecondazione eterologa
Per saperne di più
• Autori vari, “Speciale fecondazione assistita”, Darwin bimestrale di scienze, n. 4, novembre-dicembre 2004, 6 euro • Chiara Lalli, “Libertà procreativa”, Liguori editore, 2004, 207 pagine, 14 euro • Demetrio Neri,“La bioetica in laboratorio”, Laterza, 2004, pagine 212, 10 euro • Chiara Valentini, “La fecondazione proibita”, Feltrinelli, 2004, 185 pagine, 13 euro • Sito internet del Notiziario Cellule Staminali http://aduc.staminali.it • Sito internet della Società Italiana di Embriologia Riproduzione e Ricerca http://www.sierr.unina.it Comitati per il no e per l’astensione ai referendum Scienza & vita. Comitato per la legge 40/2004 http://www.fecondazioneartificiale.info L’Avvenire http://www.impegnoreferendum.it Movimento per la vita http://www.mpv.org
A cura dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica Testi di Diego Galli
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Si ringraziano per la collaborazione il dott. Luigi Montevecchi, Elisa Zonta e Giuseppe Regalzi.
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30 mila bambini nascono ogni anno con gravi malformazioni. La diagnosi reimpianto consente di individuare gli embrioni privi di gravi malattie genetiche e di conseguenza di impiantare nell’utero questi e non gli altri. La diagnosi preimpianto consiste nell’effettuare su una cellula dell’embrione allo stadio di 6-8 cellule, cioè dopo tre giorni dalla fecondazione, un test genetico per verificare la presenza di malattie ereditarie. La legge 40 non proibisce la diagnosi preimpianto, ma costringendo la donna all’impianto di tutti e tre gli embrioni, anche se malati, di fatto la rende inutile. Inoltre la legge 40 impedisce di ricorrere alla fecondazione assistita alle coppie che, pur non essendo sterili, abbiano un’alta probabilità di trasmettere una malattia genetica. Questo divieto è tanto più assurdo, in quanto la legge sull’aborto consente alla donna di interrompere la gravidanza nel caso in cui, a seguito di un’amniocentesi, dovesse scoprire che l’embrione è portatore di una malattia genetica. Il paradosso è che quello che non viene consentito dopo poche ore di vita dell’embrione, è autorizzato dalla legge dopo qualche mese, in uno stadio più avanzato della gravidanza. Vietare la selezione degli embrioni a seguito della diagnosi preimpianto non significa salvare dalla morte gli embrioni portatori di malattie genetiche. Per molte coppie portatrici di malattie genetiche l’alternativa non è tra diagnosi preimpianto e far nascere un bambino malato. L’alternativa è tra la scelta dell’aborto terapeutico e la rinuncia ad avere un bambino. A quante persone “in potenza” questa legge impedirà di venire alla luce, obbligando queste coppie a rinunciare a mettere al mondo un figlio? Al contrario di quanto affermano i sostenitori della legge 40, la diagnosi reimpianto non ha nulla a che vedere con l’eugenetica. Mentre l’eugenetica è imposta dallo stato obbligatoriamente ai cittadini in nome dell’ideologia del miglioramento della specie, la diagnosi preimpianto è una libera scelta individuale. L’eliminazione degli embrioni con malformazioni genetiche, inoltre, è un processo che avviene costantemente nella tanto decantata fecondazione naturale. L’80% degli embrioni, infatti, vengono eliminati naturalmente nel corso della gravidanza. Nella maggior parte dei casi questo processo di selezione serve a eliminare gli embrioni con anomalie genomiche.
A cura di Radicali Italiani - Associazione Luca Coscioni www.4si.it
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