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Corpi
Milano, 6 maggio 2006, Spazio dell’Unione Femminile, C.so di Porta Nuova n. 32 Giornata di informazione, formazione, rete. A cura dell'Osservatorio salute donna di Milano
La pillola abortiva RU486 ha scatenato in Italia un d ibattito acceso e anche fortemente ideologizzato. In molti Paesi d'Europa e del mondo questa tecnica di interruzione della gravidanza è già in uso. Da noi continua ad incontrare ostacoli, grazie alle pressioni delle istituzione ecclesiastiche, alla scarsa lungimiranza della classe politica, alla mancanza di una posizione chiara da parte della comunità scientifica. In alcuni ospedali è stata introdotta, in altri si cercano le vie per farlo. Intanto, molte donne che la preferirebbero all'aborto chirurgico sono private del diritto di scelta e si allarga la zona grigia di quelle che lo tentano con mezzi propri, con gravi rischi per la propria vita. Questa giornata è l'occasione per fare chiarezza dal punto di vista medico-scientifico e per rafforzare la rete tra operatrici, donne della politica istituzionale, dell'associazionismo, dei movimenti. |
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Depressione,
alcolismo, anoressia, dipendenza da fumo e malattie: il benessere delle
donne è sempre più legato alla loro capacità di far fronte ai mali più
insidiosi del nostro tempo. Per sensibilizzare
l’opinione pubblica e diffondere una maggiore conoscenza delle
problematiche sanitarie femminili, Telefono Donna, centro di ascolto e
consulenza per la donna e la famiglia in difficoltà, promuove Salute
Donna.
A partire da marzo 2006 medici dell’A.O. Niguarda Ca’ Granda di Milano
ed esperti dell’Istituto Superiore di Sanità approfondiranno, nel corso
di sette incontri gratuiti, alcuni temi particolarmente sentiti dalla
cittadinanza femminile.
Perché conoscere è il miglior modo per curare.
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Proprio mentre si entra nel vivo della campagna elettorale del 2006, i consultori ottengono gli onori della cronaca grazie all’ennesima ingerenza del Vaticano e dei suoi portavoce su gravidanza, aborto, sessualità. Da quando Storace, Ministro della Sanità, ha vigorosamente affermato la necessità di attuare la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza nella sua parte relativa alla prevenzione, si solleva la polvere in cui i media avevano lasciato decantare la vicenda dei consultori, negli anni sempre più deprivati di risorse economiche, professionali, umane. Dal riconoscimento dell’importanza di questi luoghi è nato l’Osservatorio sulla salute della donna, promosso da un gruppo di donne milanesi che nel contesto politico e sociale attuale leggono un arretramento rispetto ai risultati ottenuti con le lotte per l’autodeterminazione della donna nel campo sessuale e riproduttivo e una rimessa in discussione di diritti che parevano essere ormai acquisiti.
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La Gravidanza impegnativa.
Ospedale e Consultorio.... rapporto difficile ma
non impossibile!
Sabato 26 Novembre 2005 ore 8.30 – 13.00, Milano |
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Atti del convegno organizzato dal Centro Progetti Donna su: Transessualismo - identità sessuale e ruolo sociale. Nel 1990 le donne si interrogavano sull'identità sessuale e ruolo sociale delle persone transessuali. Ci siamo accorte che da allora poco è cambiato. Da qui la decisione di ri-pubblicare gli atti in formato digitale. Transessuale è chi percepisce "una profonda incoerenza" tra la propria identità biologica e il proprio vissuto di genere, da qui il termine "disforia di genere". Al di là delle definizioni che si danno in ambito medico, la domanda su cui si interrogavano le donne al convegno del 1990 ancora oggi si ripropone: la persona transessuale è titolare di diritti? Una risposta che ci invita a riflettere la possiamo leggere nelle parole di Raffaella Lanzillo all'epoca del convegno tratte dal suo intervento "il transessualismo e la legge" ( scarica il pdf completo). "Dobbiamo divenire capaci di creare gli spazi - sociali e culturali, prima ancora che giuridici - per chi non sia del tutto donna, ma neppure del tutto uomo: che possa vivere in armonia con se stesso e con gli altri, esprimendo le sue peculiari tendenze ed attitudini, senza dare scandalo, senza ingannare nessuno, senza necessità di assoggettarsi ad automutilazioni, per rientrare entro schemi che non gli appartengono... leggi tutto l'intervento"
Interventi Essere donna, essere uomo - di Guido Sala Sesso, natura e cultura - di Adriana Perrotta e Diana Nardacchione Psicopatologie nel transessuale - di Roberta Ribali Modelli psicosessuali - di Gabriella Bravi Identità sessuale - di Andrea Cattabeni Transessualismo, 8 anni di esperienze - di Angelo Salvini Transessualismo e la legge - di Raffaella Lanzillo Transessuali e diritto penale - di Marco Maria Maiga Transessualismo - Conclusioni Convegno |
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di Guido Sala
Sono un professore universitario che insegna psicopatologia e un clinico che cura persone con problemi psichici, più o meno gravi. Quando ho iniziato a riflettere sul tema assegnatomi per questo convegno, mi sono sentito alquanto intimidito. I miei normali riferimenti culturali mi sembravano insufficienti per poter dire un qualcosa di minimamente significativo. Il compito era chiaro: inserire il problema della transessualità all'interno del rapporto uomo-donna. Ho dovuto scorrere un po' di letteratura storico-sociologica, dove senza troppe difficoltà ho trovato alcuni concetti che mi sono sembrati adeguati. Un tempo, ho letto, il modello della cavalleria e, il mito della femminilità mascheravano la subordinazione in cui l'uomo costringeva la donna; un insieme di convenzioni, accettate collusivamente da entrambi i sessi, rendevano più tollerante lo stato di sfruttamento proprio della donna.
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di Adriana Perrotta e Diana Nardacchione
Il significato e la finalità prima del sesso dal punto di vista strettamente biologico sono di carattere evolutivo. Esso rappresenta un vantaggioso meccanismo adattivo mediante il quale due diversi caratteri ereditari, evolutisi in due distinte popolazioni, possono sommarsi nello stesso individuo. In assenza di tale meccanismo, inoltre, derivando ogni individuo da un solo genitore, verrebbe dimezzata la probabilità di ereditare caratteri vantaggiosi.
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di Roberta RibaliLa transessualità è di per sé una psicopatologia? Quali sono le psicopatologie eventualmente concomitanti o secondarie?Nell'ambito del tema del convegno, sembra indispensabile cercare di chiarire e di dare una risposta al quesito: la transessualità è di per sé una psicopatologia? Dopo aver ricercato una risposta, potremo esaminare e quali possono essere le psicopatologie concomitanti nel transessuale e nel suo éntourage, legate a psicodinamiche nelle quali l'elemento transessualità sia scatenante o perlomeno centrale. |
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di Gabriella Bravi
Non intendo riproporre in questa breve comunicazione una sintesi o una panoramica che non sarebbe esaustiva del problema oggi trattato sui vari modelli sessuali esistenti. Già il termine "modello" evidenzia qualcosa che costringe, che non è libera scelta ed è rivedibile. Esiste un rapporto costante fra le organizzazioni sociali, storicamente determinate, ed i vari modelli psicosessuali che ciascuno di noi può assumere.
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di Andrea Cattabeni
Il dimorfismo sessuale, salvo forme di vita molto primitive, è la regola nel mondo animale; il concetto di identità sessuale è invece specifico del genere umano, perché solo l'uomo ha un IO cosciente e in grado di definirsi. Fino a pochi decenni fa si dava per scontato che identità sessuale e sesso somatico di appartenenza fossero un tutt'uno biologicamente determinato.
Solo dalla metà degli anni cinquanta, grazie ai fondamentali contributi di J. Money, cominciò a farsi strada l'idea che il sesso, o meglio l'identità sessuale, sia il frutto di una serie di variabili pre e post natali e non deterministicamente definito dai cromosomi o dal puro e semplice dimorfismo corporeo. |
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di Angelo Salvini
La casistica su cui si basa questa esposizione consta (1983-88) di 57 pazienti operati (femminilizzazioni: 50; defeminizzazioni: 7; mascolinizzazioni: 2; mortalità: 0; complicanze: 9). Le complicanze per la maggior parte sono state di poco conto (ematomi, suppurazioni di punti, stenosi del neomeato); solo in due occasioni abbiamo avuto complicanze gravi: una fistola retto-vaginale e una necrosi tardiva della neovagina entrambe trattate con successo. Di 47 pazienti operati fino a tutto il 1986, a distanza di 2-6 anni, ne sono stati rintracciati 23, e 8 di questi non hanno voluto collaborare. Il numero degli interventi/anno è andato progressivamente diminuendo (da 17 nel 1983 a 8 nel 1988).
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di Raffaella Lanzillo 1. I problemi del transessualismo e la legge 14 aprile 1982 n. 164 La
legge 14 aprile 1982 n. 164 è stata approvata allo scopo di porre
rimedio ad alcune situazioni umanamente molto penose: le situazioni di
chi si trovi a vivere una sorta di dissociazione fra la propria
identità sessuale biologica e la corrispondente identità psichica,
sentendo di appartenere - ed aspirando profondamente ad appartenere -
al sesso opposto a quello risultante dai suoi cromosomi e dai suoi
caratteri anatomici.
La
legge non è stata fatta, cioè, per i casi di vera e propria incertezza
od errore nell'attribuzione del sesso alla nascita né per quelli in cui
la crescita della persona abbia provocato un'evoluzione spontanea dei
caratteri sessuali, tale da evidenziare l'appartenenza ad un sesso
diverso da quello originariamente attribuito. Qui l'interpretazione
giurisprudenziale era già consolidata nel senso di ammettere la
rettificazione del sesso nell'atto di nascita, pur se l'evoluzione
dovesse essere aiutata e completata per mezzo di operazioni chirurgiche.
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di Marco Maria Maiga
Nell'affrontare l'argomento della transessualità nel diritto penale è assolutamente necessario - al fine di evitare equivoci - chiarire preliminarmente quale sia esattamente il "campo di osservazione", affinché tutti abbiano ben presente quanto siano ristretti i limiti di questa particolare indagine. La "macchina penale", infatti, si mette in moto solo nel momento in cui si realizza un reato, cioè un fatto per il quale la legislazione ha previsto quella particolare forma di reazione che è la sanzione penale; scelta, quest'ultima, estremamente mutevole in quanto intimamente legata al "momento storico", cui è (e non può non essere) funzionale. |
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Non è certo ad un convegno che si può chiedere la risposta solutiva a problemi ed a situazioni complesse e sospese, ma certamente esso ha una sua valenza se sollecita l'attenzione, illustra gli aspetti di un problema e fa il punto sulla situazione. Questo è l'esito positivo del Convegno di cui qui si raccolgono gli atti, particolarmente significativi nella misura in cui si sono potute per la prima volta in Italia confrontare sul tema del transessualismo differenti esperienze e competenze professionali. Dai vari interventi sono uscite ben chiare alcune risultanze, cosicché si spera che da qui prenda origine un progetto migliorativo della situazione transessuale in Italia.
Le risultanze di fondo sono riassumibili in alcuni punti: |
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Incontro a Milano per un’azione politica sui luoghi e i processi della tecnologia applicata alla vita.
Progetto aperto, promosso da OscillazioniEretiche.
Dopo il referendum sulla fecondazione artificiale, torniamo sulle domande per individuare forme di resistenza.
Il
progetto è creare l’occasione per un confronto tra gruppi, soggetti e
realtà che si sono mosse - e/o hanno intenzione di farlo - su questo
terreno.
I due luoghi/contesti che abbiamo individuato sono:
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