Da un sesso all'altro, inseguendo il desiderio
Nasce
probabilmente con i miti greci il sogno della polisessualità, il
desiderio della metamorfosi di genere, dell'affascinante passaggio da
un sesso all'altro, della straordinaria libertà di scegliere l'identità
preferita, quella più congeniale, più vera. Lusingata dall'aperta
dichiarazione d'amore di Ermete, Afrodite passò una notte con lui, e il
frutto di quella breve avventura fu Ermafrodito, creatura dal doppio
sesso. Tiresia, dopo aver ucciso un serpente femmina, fu trasformato in
donna e divenne una celebre prostituta. Sette anni dopo uccise un
serpente maschio e ritornò uomo. E' stato sicuramente il primo
transgender di cui si ha notizia.
Il poema epico indiano
Mahâbhârata narra di un sovrano che, trasformato in donna da una
punizione divina, rifiutò di tornare uomo dopo aver provato maggior
piacere sessuale come donna. Non è azzardato ipotizzare che il
cambiamento di sesso rappresentato come fatto punitivo, unito alla
presunta inferiorità della donna, siano all'origine del pregiudizio che
definisce come perverso e deviante assumere un'altra identità, spesso
quella femminile.
Questa condanna sociale non ha
impedito, nel corso dei secoli, a molti uomini di vivere come donne. Al
tempo di Luigi XV, un ufficiale dei dragoni, il Cavaliere d'Eon, visse
quasi 50 anni da uomo e 37 da donna e come tale rivaleggiò con Madame
Pompadour sostituendola come favorita del re. Anche molte donne hanno
vissuto come uomini. Nel 1750, a Grenoble, Anne Grandjean confessò al
parroco di preferire le ragazze ai ragazzi. Il prete dichiarò
l'appartenenza della giovane al genere maschile e dopo qualche anno
Jean-Baptiste, che era stata Anne, sposò Francoise Lambert. Nell'855
una donna fu eletta papa con il nome di Giovanni VII e la sua vicenda è
ricordata curiosamente, a partire dal XV secolo, dal gioco dei tarocchi
con la carta denominata, appunto, "La Papessa".
Agli
inizi del secolo scorso, nello slang nordamericano comparve la parola
passing che stava ad indicare l'attraversamento dei confini di
un'identità sessuale o etnica per entrare in un'altra. Era un termine
che si riferiva principalmente a quei neri che, grazie alla loro
carnagione più chiara, potevano sembrare dei bianchi e nascondere così
le loro origini. Un particolare fenomeno sociale descritto da Nella
Larsen nel suo romanzo Passing del 1929. Rosanna Fiocchetto, nel
raccontare la storia di Billy Tipton, ha definito il passing sessuale
da donna a uomo come «una strategia di gestione esistenziale dello
stigma antilesbico attraverso l'assimilazione nel gruppo dominante
(eterosessuale e maschile) legata alla sopravvivenza e all'immagine di
sé». Ma chi era Billy Tipton? Era un discreto pianista swing e cantava
con una voce aggraziata e suadente. La sua lunga carriera durò fino al
giorno della sua morte avvenuta nel 1989. Aveva settantacinque anni ed
era una fredda mattina di gennaio, ebbe un malore e il figlio adottivo
William chiamò un'ambulanza. Il medico che lo visitò chiese: «Suo padre
ha forse subito un'operazione per il cambio del sesso?». Billy era nato
nel 1914 come Dorothy Lucille Tipton e a 19 anni decise definitivamente
che sarebbe stato un uomo anche per gli altri oltre che per sé. Ebbe
ben cinque mogli e tre figli adottivi.
Soltanto dopo gli
anni '70 si è cominciato a parlare di gender (genere) riferendosi al
«sesso soggettivo psicologico» per distinguerlo dal «sesso oggettivo
biologico». Il termine "sesso" è legato storicamente alla fisiologia
specifica dei corpi, alla loro morfologia e biologia mentre il termine
"genere" ha un significato prettamente culturale che si inserisce a
pieno titolo in una più esatta definizione che vuole annullare i ruoli
che la società conformista ha rigidamente riservato agli uomini e alle
donne.
Anche il progresso scientifico in campo medico,
endocrinologico e chirurgico, ha assunto un ruolo determinante nella
realizzazione del cambiamento dei caratteri sessuali primari, della
cosiddetta «riattribuzione del sesso». Gruppi di psichiatri, di
psicoanalisti e di medici hanno cominciato un percorso di ricerca in
merito all'identità e alla cosiddetta "disforia di genere", cioè la non
corrispondenza tra il sesso anatomico e quello di vera appartenenza,
quello realmente sentito e vissuto. Tutto questo, sostenuto e
rivendicato dalle lotte del movimento gay, lesbico e transgender, ha
prodotto un importante risultato in Italia: la legge 164 del 1982 che
autorizza il cambiamento di sesso, finora l'unica norma approvata dal
parlamento italiano a favore dei cittadini transessuali. La prima
manifestazione pubblica è del 1970 quando, un gruppo di transessuali
romane, stufe dei continui soprusi, si fanno arrestare in massa. Nel
1979 in una piscina comunale di Milano, Pina Bonanno, leader trans,
inscena una clamorosa protesta insieme alle sue amiche: si tolgono il
reggiseno e rimangono con i prosperosi seni al vento dichiarando «la
nostra identità femminile non è riconosciuta e noi indossiamo il
costume da uomo». Lo stesso anno nasce il Mit, Movimento italiano
transessuali. Scrive Helena Velena, nota attivista trans/gender: «E' la
presa di coscienza individuale del conflitto tra sé e il mondo esterno,
tra sé e il proprio corpo, tra sex e gender, che rende il concetto di
"trans" intrinsecamente sovversivo (rivoluzionario forse?),
incontrollabile per la sua peculiarità di transito, mutazione,
movimento, e quindi pericoloso per la sinistra tradizionale, come per
una buona fetta dell'intellighenzia gay. Determinando quindi rimozione,
cancellazione e ulteriore emarginazione». Fortunatamente le cose stanno
cambiando anche se molte difficoltà per le persone transessuali
rimangono: trovare un lavoro è ancora difficile, la violenza contro di
loro continua ad essere a livelli considerevoli, alimentata dalla
discriminazione e dal pregiudizio. Un doveroso passo avanti, dopo la
164, dovrebbe prevedere la norma detta "della piccola soluzione":
l'approvazione delle procedure amministrative che consentano il cambio
del solo nome e non del sesso, sul modello della "Kleine Lösung"
tedesca, liberando così l'identità personale dal vincolo della
genitalità.
Robert Graves, "I miti greci", Longanesi, 1985
Diana Nardacchione, "Transessualismo e transgender", Il dito e la luna, 2000
Daniela Danna "Amiche compagne amanti", Uni Service, 2003
Porpora Marcasciano, "Tra le rose e le viole", Manifestolibri, 2002 |